il Mega Post su Maya

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  1. NicolaStanley
     
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    Avverto tutti che questo post è altamente nozionistico, è lunghissimo, è pieno di nomi e di date, e di opinioni che potrebbero offendere il giudizio altrui...

    Non so se qualcuno lo leggerà mai tutto tutto...
    Perdonatemi... E Buona Fortuna!...

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    L'anime Il Grande Sogno di Maya, va in onda il 9 Aprile 1984.
    I registi sono i vecchi Gizaburo Sugii e Yusaku Sakamoto.

    Dico vecchi perché entrambi presero parte alla lavorazione di Tetsuwan Atom, la primissima serie a cartoni animati prodotta in Giappone, nel 1963 (in onda, non mi stancherò mai di dirlo, dalle 18:15 del Primo Gennaio 1963, sulla Fuji TV).

    Tetsuwan Atom (pare che sia meglio scrivere Tetsuwan Atomu) era stato commissionato a Osamu Tezuka, il già allora leggendario autore del manga, che aveva appena aperto la Mushi Production.
    Tezuka accettò la commissione della Fuji TV immediatamente, senza calcolare i suoi impegni precedenti con gli editori dei suoi manga.
    La lavorazione iniziò, ma, dopo il primo giorno, Tezuka sparì, impegnatissimo nei manga, lasciando i suoi animatori senza regia e senza guida.

    Sugii e Sakamoto vennero eletti dagli stessi animatori della Mushi come responsabili. Sakamoto fu il vero regista della serie, per lo meno dei primi 10 episodi. Allora le serie animate erano molto diverse da oggi: un episodio di Atom durava solo dieci minuti ed era in bianco e nero (per i colori bisogna attendere un anno - nel '64 c'è la prima serie a colori, ma si continua ad usare il bianco e nero fino al 1965, quando trionfa Kimba il Leone Bianco, un altro trionfo di Tezuka e della Mushi, a cui ha lavorato un giovane Rintaro [Shigeyuki Hayashi], che oggi è il numero due dell'animazione nipponica [il numero uno è ovviamente Miyazaki]).

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    I due registi di Maya, quindi, sanno bene quello che fanno.

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    Maya arriva in momento molto particolare della Storia delle Serie Animate Nipponiche.

    Semplificando al massimo:
    la messa in onda di
    Dr. Slump & Arale (l'8 Aprile 1981, diretto da Shigeru Okazaki, basato sul manga di Akira Toriyama e prodotto dalla Toei Animation),
    Lamù (il 14 Ottobre 1981, diretto da Mamoru Oshii e Kazuo Yamazaki, basato sul manga di Rumiko Takahashi, prodotto dalla Kitty Film e dallo Studio Pierrot),
    C'Era una Volta Pollon (l'8 Maggio 1982, diretto da Takao Yostsuji, basato sul manga di Hideo Azuma, prodotto dalla Kokusai Eigasha),
    e Ransie la Strega (il 7 Ottobre 1982 [tre giorni prima della mia nascita!], diretto dal grande Hiroshi Sasagawa, basato sul manga di Koi Ikeno, prodotto dalla piccolissima Tack),
    avevano cambiato di molto le modalità produttive, tematiche e grafiche delle serie animate e, grazie alla messa in onda di questi anime, si era arrivati a produrre
    Le Maghe dello Studio Pierrot – 5 maghe, una all'anno: L'Incantevole Creamy (di Osamu Kobayashi, '83), Evelyn e la Magia di un Sogno d'Amore (di Takashi Anno, '84), Magica Emi (di Takashi Anno, '85), Sandy dai Mille Colori (di Akira Naruno, '86) e È Quasi Magia Johnny (di Osamu Kbayashi, '87);
    I Nuovi Eroi della Toei Animation – 3 soli eroi, ma molto dilatati nel tempo: Ken il Guerriero (di Toyoo Ashida, iniziato nell''84 ma finito intorno al 1990), I Cavalieri dello Zodiaco (di Kozo Morishita, '86), e Dragon Ball (di Shigeru Okazaki, Daisuke Nishio e Kozo Morishita, dal manga di Akira Toriyama, iniziato nell''86 e finito addirittura nel '97);
    e Le Soap Operas – genere del tutto nuovo (assolutamente non presente negli anni '60 e '70) che vede i suoi "genitori" in Sun College (di Kimio Yabuki, '82), e, soprattutto, in Kiss Me Licia (di Osamu Katsunishi, '83).

    C'era, però, un genere che ha resistito alle scosse e che è passato indenne ed immutato dai '70s agli '80s: quello che si può definire il "romanzo".

    "Romanzo" è tutto ciò che è ispirato, direttamente o indirettamente, alla letteratura (o alle convenzioni della letteratura) europea.
    In quest'ottica rientrano nel "romanzo" non solo roba dichiaratamente tratta dai romanzi europei
    (tipo Heidi [di Isao Takahata e Yoshiyuki Tomino, '74], Rascal [di Hiroshi Saito, '77], Remì [di Osamu Dezaki, '77], Charlotte [di Eiji Okabe, '77], Mademoiselle Anne [di Hiroshi Yoshida ecc., '78] o anche lo stesso Conan [di Hayao Miyazaki, '78]), ma anche roba totalmente giapponese che ricicla i dettami, le convenzioni, i generi della letteratura europea, soprattutto la roba che imita la letteratura a sensazione o il romanzo storico o il romanzo d'appendice (e quindi anche la stessa Ape Magà [di Yoshiyuki Tomino e Ippei Kuri, '70], Il Tulipano Nero [di Masayuki Osumi, '75], Candy [di Yugo Serikawa, Osamu Katsunishi, Hiroshi Shidara, '76], anche Lady Oscar [di Tadao Nagahama e Osamu Dezaki, '79], Sanpei [di Yoshitaka Nitta ed Eiji Okabe, '80], La Piccola Robinson [di Masao Kuroda, '81], Belle e Sebastien [di Kenji Hayakawa, '81], Fiorellino [di Yoshitaka Nitta, '81] ecc. ecc.)

    Ci si potrebbe far rientrare anche i gialli tipo Lupin [1° serie: di Masayuki Osumi e Isao Takahata, '71; 2° serie: di Yusami Mikimoto, Kyosuke Mikuriya & Hayao Miyazaki, '77; 3° serie: di Osamu Nabeshima e Shuzu Aoki, '84], tipo Il Fiuto di Sherlock Holmes [di Kyosuke Mikuriya & Hayao Miyazaki, '84], o anche Occhi di Gatto [di Yoshio Takeuchi e Kenji Kodama da Tsukasa Hojo, '83], e City Hunter [di Kenji Kodama da Tsukasa Hojo, '87].

    Il genere romanzo continua per tutti gli anni '80 [memorabili i lavori di Fumio Kurokawa (Lovely Sarah, '85; Una per Tutte, '87); di Hiromi Kusube (Sui Monti con Annette, '83; Pollyanna, '86); il D'Artagnan di Kunihiko Yuyama, '87; la Milly di Hiroshi Shidara, '87; il Peter Pan di Masao Kuroda, '89; il Robin Hood di Ippei Kuri, '90; e, perché no, anche Il Mistero della Pietra Azzurra di Hideaki Anno, '90], ma non resiste al passaggio ad un altro decennio: nel 1991 inizia Mary e il Giardino dei Misteri, di Tameo Ogawa, e quando questa serie finisce, nel '92, scompare anche il genere "romanzo"... [se, dentro al romanzo, però, ci si mette anche il giallo, allora la data di fine genere va posticipata: Lisa & Seya, la bellissima operazione "giallo magico" di Osamu Nabeshima è del '95, il Detective Conan di Kenji Kodama è del '99 e Cinderella Boy da Monkey Punch credo sia del 2001].

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    Ma è forse ora di tornare a bomba.
    Nel 1984 c'erano quindi tanti generi nuovi da vedere: le maghe, gli eroi e le soap operas.
    I nostri vecchi, Sugii e Sakamoto, quando gli viene commissionato l'anime di Maya dalla piccolissima casa di produzione Eiken, è come se si trovassero un po' spersi nella mischia.

    La stessa cosa succede anche al vecchio, anche se meno vecchio, Shigetsugu Yoshida, che, nel 1981, aveva diretto Hello Spank! [oltretutto non so se si scrive Hello o Hallo...], e che, in questo 1984, ha per le mani l'adattamento ad anime di Lady Georgie, dal manga di Yumiko Igarashi, la stessa che aveva fatto furore con Candy una decina d'anni prima.

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    Maya e Georgie sono accomunate dalle stesse problematiche grafico-figurative e narrative.
    Entrambe sono tratte da dei manga dal gusto molto retro, e, quasi come naturale conseguenza, sono dirette da registi estranei al sistema grafico-produttivo degli anni in cui operano (e più vicini ai "romanzi" che ai nuovi generi).
    Maya e Georgie sono a metà tra il modo di narrare e disegnare degli anni '60 e '70 e tra quello degli anni '80.

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    Ci sono infiniti precedenti, e situazioni analoghi, in ogni cambiamento di gusto, ed in ogni ramo dell'attività artistica umana.

    L'Italiana in Algeri (1813) ed Il Barbiere di Siviglia (1816), i capolavori del teatro comico di Gioachino Rossini (Pesaro 1792 – Passy de Paris 1868) sono cronologicamente appartenenti al XIX sec., ma hanno la volontà, lo spirito e le convenzioni musicali e sociali proprie del sec. XVIII, e guardano a Mozart, che è morto nel 1791. Sono molto diversi dai lavori quasi coevi di Donizetti (Bergamo 1797 – 1848) o Bellini (Catania 1801 – Puteaux, Paris 1835).

    Le tragedie di Vittorio Alfieri (Asti 1749 – Firenze 1803) sono cronologicamente e linguisticamente appartenenti al '700, ma hanno un'oscurità, una forza e vena antiestetica, che è tutto meno che propria del secolo dei lumi.

    Alcuni aspetti della filosofia di Immanuel Kant (Königsberg 1724 – 1804), che è stato sempre e fino al midollo un illuminista, hanno dato origine a cose che saranno proprie dell''800, tipo l'Idealismo e la Teleologia.

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    Per cui, Maya e Georgie, non hanno quasi nulla a che vedere con i soggetti rassicuranti, i personaggi carini, le atmosfere solari e colorate dei nuovi generi; ma hanno molto più in comune con cose che si facevano negli anni '70.

    Dal punto di vista propri del disegno, Maya è molto più all'avanguardia di Georgie. Yoshida stravolge i volti dei suoi protagonisti in maschere di paura terribili e sconvolte, in maniera molto vicina all'operare del grande Osamu Dezaki, che è attivo tutt'oggi, ma che ha fatto le cose migliori nei '70s: Rocky Joe ('70), Jenny la Tennista ('73), Remì ('77) e Lady Oscar ('79).
    Anche cromaticamente Yoshida si butta sull'espressionismo "dezakiano", mentre Sugii e Sakamoto sono più indipendenti da qualsivoglia forma di debito o citazione formale/artistica.

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    Maya non è soltanto un riportare in auge sistemi visivi del decennio precedente senza dare niente di nuovo o di inventivo (come è Lady Georgie), ma è un'operazione volutamente retro e diretta in modo molto consapevole, con l'intenzione di creare un lavoro difficilmente classificabile nel tempo, e con uno stile tutto particolare ed irripetibile.

    Non ci sono impasti espressionistici in Maya.
    Tutto è avvolto in una profonda ed onnipresente oscurità, l'oscurità ideale delle elucubrazioni mentali di Maya, che medita sempre, che riflette e che si esercita per le sue attività d'attrice. L'oscurità anche della mente della Maestra di Recitazione (la signorina Tsukikage), che è imperturbabile, inaccessibile, glaciale, spietata e crudele, ma che ha anche i suoi personali e terribili problemi e traumi e che, sebbene con un po' di crudeltà, guida Maya alla perfetta perfezione nella Recitazione.

    La Tsukikage è il personaggio più vicino alle convenzioni del "cattivo" degli anni '70, ma grazie al suo immenso spessore interiore si eleva molto al di sopra dei vari cattivi precedenti (tipo l'allenatore di Mimì, '77; o di Tommy la Stella dei Giants, '68; o i cattivi di L'Uomo Tigre, '69, il meschino e pusillanime Mister X o il sadico, spietato e calcolatore capo di Tana delle Tigri), che non avevano mai una motivazione psicologica (era rarissimo, e se c'era era per dare manforte alla tematica della "redenzione" tipica degli anime: perfino Raul di Ken il Guerriero si redime in punto di morte).
    Anche graficamente la Tsukikage può ricordare esempi dezakiani, ma ha un'eleganza, una fermezza che Dezaki ha avuto solo in Lady Oscar.

    Maya, graficamente parlando, si accosta perfettamente alle eroine disegnate del dopo Lamù: è comune, carina, tutta marrone cioccolatoso (ma con gli occhi neri neri, come ricorda la sigla di cui parleremo molto diffusamente tra breve - che poi manco ce l'ha neri ma azzurrini), non dissimile da Ransie la Strega, o dalla stessa Creamy.
    Caratterialmente è tenace, stoica, passiva, quasi Jedi, con una capacità di sopportare gli eventi che fa tenerezza, molto tranquilla, quasi Nirvana, ed è molto simile alle Eroine quelle grosse che l'hanno preceduta e seguita. Può ricordare sia Lady Oscar (che ho citato ormai 92000 volte), che La Stella della Senna ('75), così come Lovely Sarah ('85), Sabrina di Johnny ('87), Lady Isabel dei Cavalieri dello Zodiaco ('86) o anche Amy/Sailor Mercury di Sailor Moon ('92) o addirittura la piccola Kari dei Digimon ('99).

    La storia d'amore, nell'anime, è strettissimamente suggerita, sognata, tardo-romantica, quasi assente, benché sia presentissima nell'anima della protagonista (è uno sprone ad andare avanti). Cosa che appartiene molto di più a tutte le serie degli anni '70, quando invece negli '80s, dopo Lamù, l'Amore diventava il protagonista assoluto con le soap operas o anche con le serie magiche (Yu/Toshio di Creamy, Robby/Evelyn in Evelyn, Emi/Ronny in Emi e via discorrendo).

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    Una cosa potentissima dell'anime di Maya è il finale.
    Come spesso succederà in futuro (ma era capitato anche nei '70s, tipo in Bia la Sfida della Magia, '74 o nella stessa Ransie la Strega, '82), l'anime di Maya non finisce!
    Ci lasciano in un bellissimo dubbio, che ha il fascino del "non finito" delle sculture di Michelangelo e di Auguste Rodin, o dell'indeterminatezza dovuta al testo mutilo ed incompleto del Satyricon di Petronio.
    Non si saprà mai quale delle due attrici avrà più successo in Anna dei Miracoli.
    L'innovativa Maya, o la sua rivale più tradizionale?
    Non viene data risposta a questa domanda, e, secondo me, è parecchio bene che non ci sia una risposta. Ogni spettatore può preferire il modo di recitare di una come dell'altra e non c'è bisogno di risolvere il problema.

    Questa di non finire è una pratica comunissimissima nei cartoni, soprattutto nelle storie d'amore.
    Johnny & Sabrina in Johnny (di Osamu Kobayashi, '87) mica si mettono insieme. Lei, addirittura parte per l'America, e ci dicono: "quando lei torna, si mettono insieme", ma mica di vede.
    Hitomi Kanzaki & Van Fanel in Escaflowne (di Kazuki Akane e Shoji Kawamori, '96) rimangono ognuno a casa sua.
    Heric & Rossana in Rossana (di Ryotaro Daichi, '96): mica ci fanno vedere che si mettono insieme, ce lo fanno intuire – ci dicono, "un giorno ci si mette insieme", ma mica si vedrà mai.
    E anche Mononoke & Ashitaka in Princess Mononoke (di Hayao Miyazaki, '98) si promettono ma mica si vede che si mettono insieme.
    Kenichi e Tima in Osamu Tezuka's Metropolis (di Rintaro, '01) mica vivranno insieme per sempre, lei addirittura muore...
    Non parliamo delle conclusioni degli anime tratti da Rumiko Takahashi: non c'è niente di meno conclusivo della conclusione di Ranma½ ('89).
    E si potrebbe continuare anche per altri generi.
    L'anime regolare di Evangelion (di Hideaki Anno, '95) mica finisce. Secondo me (e solo secondo me) non è mica necessario che finisca: la storia si conclude, e per me in modo anche chiaro e convincente, nell'inderminatezza della 26° puntata.

    Si può dire, anzi, che è rarissimo che un cartone animato abbia un finale conclusivo. [anche negli ultimi lavori che si sono visti le conclusioni sono rare: Cowboy Bebop di Shinichi Watanabe, '98, finisce in modo Romantico, ma Master Mosquiton di Yusuke Yamamoto, '00, no. Non finiscono neanche Fancy Lala, '98 e, se vogliamo, neanche Excel Saga, '99, e Abenobashi, '02].

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    L'anime di Maya, è, quindi un interessantissimo, bellissimo, quasi miracoloso ibrido di stili, una cosa incredibilmente affascinante, come tutte le cose che sono a cavallo delle ere.

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    Sugii, dopo Maya, farà Prendi il Mondo e Vai, nell''85, che riuscirà ancora a fondere istanze d'autore e istanze del tempo in cui è stato girato. Prenderà l'estraniamento di Osamu Kobayashi e lo porterà a livelli molto più complicati, influenzando (insieme, ovviamente, agli altri lavori di Kobayashi) molta produzione soap-operistica successiva [così come Rossini che si è ispirato ad Auber per il Guillaume Tell, nel 1829, opera che ha influenzato molto sul futuro, senza riuscire ad oscurare però gli altri risultati propri di Auber...].

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    Ultima cosa la sigla.

    Io mi ricordo molto bene le immagini della sigla finale di Maya, con Maya che danza nel buio, illuminata ogni tanto da fasci di riflettori.
    Io sarei pronto a giurare che, nei titoli, gli autori della sigla figurano essere Alessandra Valeri Manera e G. B. Martelli, ma tal cosa è smentita dalla universale totalità dei siti specializzati, che confermano la Valeri Manera, ma danno come compositore Detto Mariano.

    Detto Mariano, o Mariano Detto, che dir si voglia (credo che il vero nome sia il secondo) faceva parte del Clan di Adriano Celentano, nei primissimi anni '60, ed è rimasto l'arrangiatore di Celentano per tutti gli anni '80.
    Ha composto le musiche di moltissimi film italiani degli anni '80, quelli non ancora toccati dalla riscoperta critica.
    Sue sono le musiche di praticamente tutti i film da attore di Celentano, di quasi tutti i grandi successi di Renato Pozzetto, e di quasi tutti i film di Castellano & Pipolo: Il Bisbetico Domato ('80); Asso ('81); Mia Moglie è una Strega ('81); Il Ragazzo di Campagna ('84); È Arrivato Mio Fratello ('85); Grandi Magazzini ('86); Il Burbero ('87); e, tra gli altri, anche La Casa Stregata (di Bruno Corbucci, '82).

    Io ero sorpreso e scettico che Mariano potesse lavorare con la Valeri Manera.
    Ma la sigla di Maya non ha per niente lo stile di Martelli, e può essere molto vicina allo stile di Mariano.
    Martelli, l'autore della sigla di Creamy e di Evelyn ha un'orchestrazione molto magniloquente, fatta di tanto ottoni, trombe e tromboni, e non ha nulla a che vedere con Maya.

    La sigla di Maya presenta lo stesso tema ripetuto, con un lavorio armonico degno di Beethoven, affidato quasi del tutto alla tastiera ed al coro, che dà un'emozione crescente ad ogni strofa, con un testo che non è neanche dei più brutti di quelli fatti dalla Valeri Manera.
    Potrebbe benissimo essere dell'autore della "Canzone di Finnicella" o di "Grandi Magazzini Per Grandi e per Piccini".

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    Ora proprio basta eh.
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    Lalalù...

    Edited by NicolaStanley - 16/10/2005, 21:04
     
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  2. Rinoa10
     
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    Complimenti! E' completissimo!
    Ci potresti addirittura scrivere un libro!

    Comunque devo farti una precisazione...
    E' vero che il finale è incompleto... non si sa infatti chi è migliore tra Ayumi e Maya in Anna dei Miracoli, ma perché l'anime è stato interrotto a questo punto! Nel fumetto si sa eccome!! Infatti vincono il premio come migliori attrici a pari merito!
    Comunque, la questione dell'incompletezza di molti anime/manga è vera... Maya in fondo è incompleto, anche se lo è perché la sua autrice non le fa voglia di lavorare!!
    E' da 26 anni che ci lavora senza averlo terminato! Maledetta!

    Aggiungo un complimento a Dezaki, che nella regia di Lady Oscar è fantastico... riesce a unire dramma, passione, romanticismo e suspense in modo eccellente!
     
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  3. NicolaStanley
     
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    Dezaki è Dezaki...
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    Un giorno, se avrò tempo, farò un qualcosa sugli "Autori" dell'animazione giapponese: Fumio Kurokawa, Osamu Kobayashi, Shinichi Watanabe, Hideaki Anno ecc. ecc.
     
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  4. Treatmentl
     
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3 replies since 16/10/2005, 20:03   1812 views
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